Il Grande Nulla
No, non andate in Namibia!
Non ci andate se non volete iniziare a trascorrere notti insonni pensando a quell’angolo di paradiso che sono le Epupa Falls, o se temete di perdere interesse per i viaggi “fuori porta”, se desiderate evitare di essere colti dall’irrefrenabile desiderio di ritornarci immediatamente!
Se non temete di correre questi rischi, allora, va bene, quello in Namibia è proprio un viaggio fantastico.

Ed è difficile immaginare come se la siano cavata i colonizzatori tedeschi della Namibia in questi spazi illimitati, con vasti deserti e 300 giorni di sole all’anno, ma sono proprio queste le caratteristiche che oggi attirano i viaggiatori in una delle più affascinanti mete africane.

L’Etosha Pan, il “grande luogo bianco” in lingua Oshiwambo.
Il parco Etosha è una delle principali mete turistiche della Namibia. I tre lodge principali sono il Namutoni, l’Halali e l’Okaukuejo; ognuno di essi è dotato dei servizi fondamentali (incluso un distributore di benzina), una pozza artificiale realizzata per consentire ai turisti di osservare gli animali che si avvicinano per abbeverarsi, una piscina e negozi con generi di prima necessità. I campi sono gestiti dalla NWR (Namibian Wildlife Resorts). Le strade del parco (3550 km) sono tutte sterrate e in buone condizioni, ed è possibile percorrerle con un veicolo proprio. All’interno del parco vi sono 86 pozze d’acqua (sia artificiali che naturali) dove è possibile avvistare gli animali, specialmente durante la stagione secca (da aprile a dicembre).

Sossusvlei (o Sossus Vlei), in senso proprio, si riferisce a una pozza d’acqua effimera circondata da alte dune, situata nel deserto del Namib meridionale, in Namibia. Il nome viene usato normalmente in senso esteso per indicare tutta l’area circostante, che rappresenta la più celebre località del Namib-Naukluft National Park ed è la principale meta turistica della Namibia. Il paesaggio della zona di Sossusvlei è caratterizzato da dune di sabbia dai colori intensi, compresi fra il rosa e l’arancione.

Gli Himba, i “pellerossa d’Africa”, Sono un popolo di pastori nomadi, strettamente correlati al popolo Herero, e parlano la lingua herero.
Grazie ai pochi rapporti con gli europei, gli Himba hanno mantenuto gran parte del loro stile di vita tradizionale.
I villaggi Himba sono costituiti da capanne di forma conica, realizzate con frasche legate insieme con foglie di palma e cementate con fango e sterco. Sono pastori nomadi; non raramente, una famiglia si sposta due o tre volte in un anno.
Indossano pochi capi di vestiario; le donne si coprono il corpo con un mistura rossa a base di burro, ocra ed erbe, secondo quanto si ritiene comunemente, per proteggersi dal sole. In realtà l’uso di spalmarsi il corpo con questa mistura, alla quale al posto del burro viene sempre più spesso sostituita la vasellina industriale, è basato su ragioni puramente estetiche. Gli indumenti di tipo occidentali sono piuttosto rari nel Kaokoland, e vengono indossati quasi esclusivamente dagli uomini.
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Viaggio in Namibia

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